Un treno come metafora del mondo, con tanto di divisione in compartimenti che riflette la stratificazione sociale. Sbarcando in occidente, Joon-ho ha portato con sé il formalismo cupo e impeccabile che ha contraddistinto le sue opere precedenti, scendendo a patti con una produzione di lusso che l’ha piegato al gusto più modaiolo da “Hunger Games”. Non è male, ma noi lo preferivamo prima.

RSVP: “Galaxy Express 999”, “The Host”.

Voto: 6-.

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