Ritratto fedelissimo del periodo più difficile e controverso della vita di Wilde, ostracizzato dall’ipocrita patria e costretto a vivere alla giornata in giro per l’Europa: con ogni probabilità, lui stesso avrebbe apprezzato questa trasposizione di Everett, perché è formalmente impeccabile, del tutto priva di falsi buonismi e facile retorica, oltre ad avere una sceneggiatura brillantissima e multilingue.

 

RSVP: “Wilde“, “A quiet passion”.
Voto: 7. The Happy Prince
Test di Bechdel: negativo.

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