I film in concorso all’EFF commentati in anteprima [parte2]

Ed ecco la seconda decina dei film in concorso all’Ennesimo Film  Festival commentati da Lucapedia!


PORQUE NO
Non serve necessariamente un budget importante per girare un film interessante: bastano un paio di attrici davvero brave, una solida sceneggiatura di stampo teatrale e una location non banale. Il sonoro sarà tutt’altro che impeccabile, ma colpisce l’efficacia con cui tratta un argomento così delicato.

RAISA
Lo stratagemma dell’oggetto misterioso, su cui viene imperniata l’intera sceneggiatura e si rivela solo nella scena che prelude al finale, funziona sempre a dovere nei cortometraggi. Il meccanismo di fondo non è quindi dei più originali, ma è così originale l’oggetto (e con esso tutto ciò che implica) da far passare in secondo piano tutto il resto.

RATZINGER VUOLE TORNARE
Divertente pot-pourri di stili televisivi differenti (da “Cinico TV” alle televendite, dai cartomanti a TG2 Costume e società) che aspira ad essere pungente e dissacratorio dalla prima all’ultima (specialmente) scena. I grandi maestri Ciprì e Maresco sono inarrivabili, ma la strada è quella giusta.

SPELLETJESAVOND
Solo nell’Europa settentrionale un gioco da tavolo può diventare soggetto e, al tempo stesso, metafora al centro di un film. Ad un incipit tutto sommato ordinario fa seguito un’escalation di tensione davvero notevole, ma ancor più riuscito è il finale con il doppio colpo di scena, che -senza pretese moraliste o “intellettualoidi”- spiazza e diverte.

STATE OF EMERGENCY
Pochi e frenetici minuti per dipingere un quadro pungente della nostra società, focalizzandosi in particolare sul suo “amore per l’odio” (citando Bauman), che è così radicato da trasformarsi in “assuefazione all’odio” e al sospetto. Davvero divertente la dicotomia stridente tra il contenuto dei dialoghi e quello delle scene.

THE CHOP
Commedia briosa e intelligente, che si fonda sulla bella idea che per le nuove generazioni un’offerta di lavoro interessante possa essere sufficiente per abbandonare ogni pregiudizio religioso e razziale. E nel finale riesce a scherzare anche col capitalismo: insomma, se il mondo andasse sempre così, ci sarebbe ben poco da preoccuparsi.

THE REINVENTION OF NORMAL
È davvero complicato condensare le riflessioni di un documentario in una manciata di minuti, senza snaturarne il soggetto e approfondendolo quanto basta: è pertanto ammirevole un tentativo come questo, che parla con freschezza di arte, della sua genesi e di chi la produce (come il protagonista Dominic Wilcox), ma soprattutto di prospettive da cambiare.

THE TUNNEL
Una storia senza tempo e dal ritmo sincopato, che rievoca esteticamente le fumose atmosfere del passato e sembra quasi un omaggio a certi racconti brevi di Kafka: ci sono un uomo comune, le autorità inutili, la paura dell’ignoto e un pericolo tanto misterioso quanto simbolico. Stimolante.

TRIAL AND ERROR
Nella storia del cinema, animazione e sperimentazione vanno da sempre a braccetto: anche in questo caso il confine è piacevolmente labile, grazie ad una storia garbatamente surreale, rappresentata con pochi e semplici tratti, che ricordano i disegni di un bambino su un foglio di carta; e inevitabilmente è ancor più sfumato il confine con le arti visive.

WALKING HOME
Un autentico distillato mumblecore, fresco come i suoi giovani protagonisti, che sembra voler omaggiare proprio il capostipite del genere, il memorabile “Prima dell’alba” di Linklater: a ben vedere, potrebbe quasi essere considerato una sorta di reboot 2.0, con l’aggiunta -invero garbata- dell’immancabile componente tecnologica.


Chi è LUCA BUSANI?
Grande esperto di tecnologia, Luca è anche appassionato di giochi da tavolo e, soprattutto, di cinema: non ha pregiudizi sui diversi generi e sottogeneri, ma ha un debole per tutto ciò che è mumblecore, oppure è stato girato con un budget inferiore alla paghetta di Sofia Coppola a 15 anni.

Ti piacerebbe conoscerlo meglio? Divertiti con il suo blog cinematografico: lucapedia.it/cinema.

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