Inizia in modo verboso e pulp come neanche Tarantino sa più fare, prosegue secondo i binari del crime film à la Ritchie e si chiude con una sferzata metacinematografica niente male – Kaufman non lo nominiamo intenzionalmente – che, con maestria, non compromette l’alto tasso di divertimento del film.

RSVP: “In Bruges“, “Il ladro di orchidee“.

Voto: 7,5.

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