Un’opera insolita, che per dinamiche e personaggi ricorda il western, ma è invece ambientata nella Romania ottomana e, con una precisione quasi documentaristica, ricostruisce le radici degli odi razziali, religiosi e sociali che nel secolo successivo sarebbero poi sfociati in cruenti conflitti mondiali. Splendida la fotografia e ricercatissima la sceneggiatura: chi ama il vero cinema d’essai non può perderselo.

RSVP: “Hard to be a god“, “Il cavallo di Torino“.

Voto: 7,5. Aferim!

Test di Bechdel: negativo.

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