di Redazione Ennesimo Film Festival
Il sindaco di Lione (Fabrice Luchini) non riesce più a pensare. Dopo una brillante e lunga carriera nel Partito Socialista, Théraneau ha esaurito le idee. Per questo al municipio viene assunta Alice, giovane ragazza che, a detta dell’entourage comunale, non sarà una semplice consigliera, ma una vera e propria tutor del pensiero, l’innesco attraverso note, domande, suggerimenti di lettura e autori, ad una nuova vivacità e fluidità di ragionamento del sindaco.
Due generazioni (politiche) a confronto: la prima che ha dedicato la vita al progresso, alla crescita economica e scientifica, proiettata ossessivamente al futuro, ma che ormai riscontra difficoltà ad orientarsi nel presente. La seconda che idolatra la modestia, che spinge a fare un passo indietro nei limiti delle risorse del pianeta e che è cinica nei riguardi del futuro, non lo vede, sente di esserne stata privata, e non si spende in progetti, ambizioni, o cura dei propri interessi. Due mondi antitetici, rinchiusi in due bolle separate. Il regista Nicolas Pariser cerca, in questo film, di superare l’incomunicabilità dei due universi: avvicina Alice e il sindaco e li fa parlare, con modestia appunto, ascoltandosi l’un l’altro. In una routine strapazzante, alienante, il sindaco strappa sempre un momento per Alice, nei brevi viaggi in macchina, a tarda notte, nei 5 minuti di pausa in cui si concede di indossare le Birkenstock, e riflettere, insieme, sul significato delle parole, porsi domande e confrontarsi con i grandi filosofi e pensatori della storia.
Un film drammatico che riflette esaustivamente sugli elementi da cui dipende la sensazione di aridità che giunge dal mondo della politica oggi, e che non si limita solo a denunciarne la gravità, ma propone come alternativa un binomio socratico: dialogo e modestia. Da vedere!