di Redazione Ennesimo Film Festival
Film d’esordio della regista Lisa Brühlmann, Blue My Mind ha tutte le caratteristiche di un coming of age coi fiocchi, che strizza l’occhio a Gus Van Sant e Larry Clark. La protagonista è Mia, quindicenne senza collocazione, appena trasferita e con il sospetto di essere stata adottata, che tenta di inserirsi nella nuova scuola. È attratta dall’estroso, dalle personalità forti e vistose e ha necessità di “uscire dal cerchio” come tutti gli adolescenti che si pongono domande. Il procedere a tentoni però, senza ottenere mai risposte chiare, non dai genitori, dagli amici o dalle infatuazioni, la porteranno ad un desiderio di autodistruzione che si aggrava nel momento in cui il suo corpo inizia a cambiare. È l’età dello sviluppo, ma la Brühlmann aggiunge un elemento fantastico ed inquietante: Mia sta piano piano diventando una sirena, e non lo fa tramite una trasformazione fatata, ma attraverso un percorso di malformazioni, bisogni psicologici e disagi fisici. Questa doppia traccia (coming of age + elemento fantasy), insieme alla colonna sonora elettronica e acquatica e ad una predominanza del colore blu e dei toni freddi nelle inquadrature, rendono Blue My Mind un viaggio nel labirinto mentale ed emozionale della protagonista. Efficace, convincente e coerente, la Brühlmann ha saputo donare nuova luce al genere.