Inizia come una favola dai toni dark, poi vira verso il dramma familiare psicopatologico à la Haneke, pieno di spunti surreali e con una sceneggiatura rigorosa, che privilegia la freddezza nei rapporti interpersonali – tipicamente nordica – e il potenziale seduttivo che il male esercita sulla moderna borghesia.

RSVP: “Dogtooth“, “Niente da nascondere“.

Voto: 7/8. Borgman

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