Virzì ripropone la classica formula della storia unica declinata in base ai diversi punti di vista dei personaggi: funzionò ai tempi di “Rashomon“, funzionò anche con “I soliti sospetti” e funziona ancora oggi per il bravo regista toscano.  Peccato per alcuni personaggi al limite del macchiettistico, che purtroppo all’estero saranno percepiti come inverosimili ed eccessivi, mentre in Italia sono all’ordine del giorno.

RSVP: “Rashomon“, “Il passato è una terra straniera“.

Voto: 7,5. Il capitale umano

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