Film di una melensaggine a tratti quasi imbarazzante, nel solito stile dawsoncreekiano di Boone, ma ruffiano quel tanto che basta per far conoscere e apprezzare la Woodley al grande pubblico. Diventerà un’opera di culto per gli adolescenti di oggi e per chi ha amato il libro di Green; per gli spettatori più scafati, invece, rappresenterà una scelta commerciale – furba ma discutibile – di un astro nascente del cinema hollywoodiano.

RSVP: “Autumn in New York“, “Stuck in Love“.

Voto: 6. Colpa delle stelle

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