Zvyagintsev cambia registro: i tempi si fanno meno dilatati, le atmosfere meno rarefatte, il simbolismo meno oscuro e la fotografia più luminosa. Per contro, l’approccio verso il soggetto diventa ancora più critico e pessimistico, al limite del nichilismo. È la vecchia Grande Madre Russia che s’incontra – e si scontra – con la nuova Federazione Russa ed entrambe ne escono con le ossa rotte. Ennesima perla del nuovo cinema civile est-europeo.

RSVP: “Il caso Kerenes”, “Il ritorno”.

Voto: 7/8.

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