EVERYTHING BEAUTIFUL IS FAR AWAY (2017)

Di fantascientifico c’è ben poco, ad eccezione di un paio di utensili e una testa di un robot: il deserto in cui vagano i due protagonisti non sembra tanto post apocalittico ma piuttosto metaforico, e lo stesso viaggio che compiono ha più una dimensione interiore che reale. Delicato e poetico nel suo minimalismo così simbolico.

RSVP: “Bokeh“, “Arrowhead“.
Voto: 7. Everything beautiful is far away
Test di Bechdel: negativo.

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