IL FIGLIO DI SAUL (2015)

Resoconto asciutto, disperato e claustrofobico dell’ultimo sforzo di un uomo, alla ricerca dell’estrema conciliazione tra i campi di concentramento. Tra lunghi e dinamici piani sequenza, inquadrature asfittiche e sempre focalizzate sul protagonista (perlopiù di spalle) e il formato 4:3 su supporto ingiallito, si prova una sensazione fortemente immersiva e senza tempo. Senza dubbio, uno dei film più originali sulla Seconda Guerra Mondiale.

RSVP: “Jauja“, “Il falsario“.

Voto: 9. Il figlio di Saul

Test di Bechdel: negativo.

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