Come per l’omonimo romanzo di Welsh e anche il precedente “Trainspotting“, è molto difficile incasellare in un genere ben preciso un film come questo: c’è tanto black humor, diversi sprazzi allucinati e altri molto violenti, ma non mancano neppure i momenti drammatici e, comunque, si tratta essenzialmente di un poliziesco. Eccezionale il ritmo, un po’ telefonato il twist principale, ma è soprattutto McAvoy a spiccare con la sua spontanea schizofrenia.

RSVP: “Trainspotting“, “Split“.
Voto: 7.
Test di Bechdel: negativo.

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