Kevin è un adolescente taciturno e all’apparenza tranquillo. Uscito da poco dal carcere minorile dove ha scontato la pena per un’aggressione piuttosto violenta, è accolto dalla zia Sonja, poiché il padre non ritiene il suo rientro favorevole al clima familiare. Inizia un tirocinio presso la ditta di impianti idraulici del partner di Sonja, ma non rinuncia alla compagnia dei coetanei, tra cui il cugino Sammy e l’amico John, coi quali passa la maggior parte del tempo libero, nel silenzioso desiderio di tornare a una vita tranquilla.

Ambientato nell’hinterland di una città belga, “Home” tenta di gettare uno sguardo su questi giovani, sulle loro relazioni e su una serie di dinamiche familiari private talvolta insopportabili ed esplosive. Dinamiche che hanno luogo proprio dentro le mura domestiche e che da fuori, dai contesti amicali limitrofi, nemmeno è possibile immaginarle. È in questo fragile scenario contemporaneo che si mostra il nervo scoperto di una gioventù chiamata a crescere rapidamente nell’evaporazione delle figure paterne e con un patologico senso di lealtà tra pari, in un contesto turbolento e spietato.
Combinando una regia ottima e dal piglio sperimentale, a una direzione degli attori e una recitazione impeccabili, Fien Troch pone l’accento sulle ferite taciute da questi adolescenti e sull’incapacità di chi li ha messi al mondo di prendersene cura.

Related