Opera tecnicamente monumentale, che evoca reminiscenze di grandi maestri del calibro di Dreyer, Bresson e Kieslowski, mescolando storia, psicologia, sociologia e spiritualità. Nonostante l’apparenza, non presenta eccessivi appesantimenti e la scelta del bianco e nero, seppur austero, conferisce un tono intimo e poetico al film.

RSVP: “Ordet – La Parola“, “La conversa di Belfort“.

Voto: 8/9.

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