Una macchina statica e un’inquadratura claustrofobica sembrerebbero stridere con una location così importante come il sud dell’Argentina, ma in realtà l’assenza di ritmo e l’uso del solo rumore ambientale come sottofondo conferiscono una certa solennità a un’opera che vuole riscoprire le origini del cinema, con i suoi legami col teatro e il coinvolgimento onirico dello spettatore.

RSVP: “Mommy“, “Fantasma“.

Voto: 7,5. Jauja

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