Era dai tempi di “Dogtooth” che non si vedeva una famiglia così disfunzionale e, caso vuole, è proprio un altro giovane greco a proporcela. Il film trasuda violenza psicologica da ogni fotogramma, centellinando le rivelazioni – a partire dai malsani rapporti familiari – mentre la (poca) violenza fisica rimane sempre fuori campo. Siamo al cospetto di un altro erede di Haneke da tenere d’occhio.

RSVP: “Dogtooth“, “Il settimo continente“.

Voto: 7/8.

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