Un conto è scrivere una sceneggiatura poetica, un altro scrivere una vera e propria poesia e usarla come sceneggiatura: anafore, metafore, epistrofi e quant’altro, trasformate in immagini e supportate qua e là da didascalie assolutamente funzionali, in un film a dir poco densissimo. Driver si conferma un grande interprete per le opere più intime e minimali, ed è proprio in questi casi che anche Jarmusch riesce a dare il meglio di sé.

RSVP: “Ghost Dog – Il codice del samurai“, “Broken Flowers“.

Voto: 7/8. Paterson

Test di Bechdel: negativo.

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