Finalmente un passo in avanti nell’ormai sterile panorama del “rotting alive horror“: non ci si ferma alla solita metafora sulla corruzione dell’anima che si riflette nel corpo, ma si passa oltre e si colpiscono – seppure in modo un po’ retorico – lo star system e l’ambizione come disvalore principale. Buona la colonna sonora e le individualità.

RSVP: “Kill List“, “Contracted“.

Voto: 7. Starry eyes

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