Giochi di parole, riferimenti alla tradizione orrorifica cinematografica e carrellate a profusione, il tutto sorretto – si fa per dire – da una sceneggiatura che proprio non sa dove stia di casa la coerenza. Esageratamente caotico ed eccessivamente insistito nella ricerca della battuta a tutti i costi.

RSVP: “Life after Beth“, “Excision“.

Voto: 5. Suburban Gothic

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