Una ricetta già vista e rivista, fatta di superomismo, cameratismo e nazionalismo, condita con amicizie indissolubili, trionfi sportivi e il solito epos americanofilo, ma soprattutto “stracotta”, con le sue due ore e un quarto di durata. Il film è scritto, girato e interpretato benissimo, ma non fa nulla per rendersi indimenticabile.

RSVP: “Flags of our fathers“, “Le due vie del destino – The Railway Man“.

Voto: 5/6. Unbroken

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