Quattro storie s’intrecciano attraverso un bassotto, un comune denominatore silenzioso che ne vive di tutti i colori. Solondz propone il suo solito caleidoscopio umano, fatto di solitudine, problemi generazionali, pulsioni autodistruttive ed egoismo, con l’aggiunta del cupo fil rouge della morte (tra i tanti personaggi troviamo un bambino malato, un’anziana terminale, un tossicodipendente e un depresso), e come sempre riesce a spiazzare lo spettatore -specialmente nel finale- con spunti e riflessioni sempre originali.

RSVP: “Fuga dalla scuola media“, “Dark Horse“.
Voto: 8. Wiener-dog
Test di Bechdel: positivo.

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