di Redazione Ennesimo Film Festival
Xavier Dolan, tenace e onnipresente, vorace e sognatore
INDEX
1. PERCHÉ LUI?
2. PILLOLE BIOGRAFICHE
3. TRE CITAZIONI
4. LO SPETTATORE TIPO
5. CON QUALE FILM PARTIRE?
6. FILM CHE NON COSIGLIAMO
7. ATTORE FETICCIO
8. ALCUNI MOMENTI MUSICALI
9. SCENE DA RIVEDERE UNA VOLTA A SETTIMANA
10. ARTICOLI, CONTIBUTI E CURIOSITÀ
11. ORA TOCCA A TE!
Perché lui?
Ho conosciuto Dolan in un garage di un paesino in Puglia, ad un cineforum amatoriale organizzato da un amico. Eravamo seduti scomodi, per terra, chi su cuscini chi su tappetini, ma per tre ore siamo rimasti a fissare la parete incantati. Melvil Poupad si trasformava sullo schermo in un turbinio di colori, costumi e esplosioni di musica, nella rappresentazione di una vita oltre una vita, una vita libera, che ha mille inizi e mille possibili conclusioni. Dolan racconta il dolore, la malattia mentale, il rapporto conflittuale con la madre e quello con la propria sessualità, e lo fa sempre attraverso personaggi che hanno un desiderio estremo di vita. I suoi film, che siano più concentrati, essenziali, come Juste la fine du monde, o esplosivi, rivoluzionari, violenti, come Mommy o Laurence Anyways, intrecciano scrittura, montaggio e musica in una magnifica sarabanda. Dolan è uno sciamano pop, ha scritto Francesco Boille, e allo spettatore non resta che farsi trascinare nei viaggi immaginifici e dolorosamente umani che sono i suoi film.
Pillole biografiche
?? Nasce a Montréal (Quebec) nel 1989, figlio anche lui di una certa estetica cinematografica pop: più volte ha raccontato che la sua era una famiglia popolare, e uno dei film che l’ha maggiormente ispirato è stato Titanic. Quello che cerca nei film sono i sentimenti, il cuore, e in questo senso Titanic è uno dei più grandi: il messaggio è “vola, sogna, niente ti può fermare.”
⚮ Il padre divorzia dalla madre quando lui ha solo due anni. Dolan cresce con lei, la nonna e la prozia, in una sorta di famiglia matriarcale. Per questo, nei suoi film, le figure paterne sono praticamente assenti, e il nodo del rapporto madre figlio spesso centrale, doloroso, autobiografico.
?? Attore dai quattro agli undici anni, lascia i set per andare in collegio. Diplomato, con una gran voglia di fare l’attore ma nessuno che lo assume, scrive a 17 anni la sceneggiatura di J’ai tué ma mére, che gira e produce a 21 anni, interpretandone il protagonista.
Tre Citazioni
Da bambino ero cattolico praticante, poi mi sono reso conto che ogni fede comporta delle frange estreme, che ostracizzano i diversi. Per questo non voglio avere a che fare con la religione, la sua intolleranza, il male che produce, la sua superiorità.
Tre Citazioni
Le madri mi attirano e mi commuovono sempre.
Tre Citazioni
Io non mi vedo affatto come un marginale, come un diverso sì. Specie nel modo in cui lavoro, giro i miei film. Seguendo il mio percorso senza dipendere né dagli altri, né dal sistema.
Lo spettatore tipo di Dolan
? Dolan fa ai suoi personaggi delle vere e proprie radiografie sentimentali. Lo spettatore tipo è quello che non si fa spaventare dalla crudezza, o dall’eccesso; che si fa affascinare dalle contraddizioni, che è curioso della natura umana.
? I personaggi di Dolan sono sempre patologici, malati, anche manipolatori, ma allo stesso tempo, grazie ai dialoghi brillanti e verosimili e a scene dolorose nella loro familiarità, profondamente umani.
? Lo spettatore tipo è anche quello che si lascia trasportare dalla musica, dalla festa. Le colonne sonore di Dolan sono spesso incredibilmente pop, mainstream, eppure allo stesso tempo perfettamente ritagliate per la scena.
Con quale film partire?
Si potrebbe partire in ordine cronologico, seguendo così l’evoluzione tecnica, formale e umana di Dolan, dal suo esordio nel 2009 all’exploit hollywoodiano del 2018; e quindi guardare J’ai tué ma mère, Les Amours Imaginaires, Laurence Anyways, Tom à la ferme, Mommy, Juste la fin du monde, The death and life of John F. Donovan, Mathias e Maxime. Oppure scegliere un film a caso e poi da lì esplorare, rompere gli indugi e buttarsi anima e corpo nel mondo caotico, esagerato, colmo di desiderio dei personaggi dolaniani. Ogni film di Dolan ti ricorda che vale la pena vivere la vita e combattere, anche fallire, per essa.
Film che non consigliamo
The life and death of John F. Donovan: dalla storia editoriale travagliatissima, che conta anche l’annuncio via instagram della cancellazione delle scene con Jessica Chastain, quando è finalmente uscito è stato un fallimento. In effetti, è il film tra quelli di Dolan che ha meno da dire.
Attore Feticcio
Non ha un vero e proprio attore feticcio, ma alcuni sono apparsi in più di una sua produzione, come la bravissima Suzanne Clément, o l’energica, potente Anne Dorval. I film di Dolan, così saturi, chiacchierati, energici, vivono dell’interpretazione dei loro interpreti.
Alcuni momenti musicali
Indimenticabile, potente, sfrontatamente allegra la scena di Laurence e Fred, in una pioggia di vestiti e con i Moderat in sottofondo
Anche questa non è da meno
Avreste mai pensato di sentire Dragostea din tei in un film francese?
Scene da rivedere una volta a settimana
Mommy/ una su tutte, quando l’inquadratura, all’improvviso, seguendo un movimento del protagonista, si allarga, passando da 1:1 alla classica 16:9: la camera matcha perfettamente il sentimento di apertura e leggerezza dei personaggi in quel momento, e lo spettatore ne è sopraffatto.
Scene da rivedere una volta a settimana
Les amours imaginaires / quando, ad una festa, la madre di Francis balla con il bellissimo Nicolas sulle note di Pass This On dei The Knife, in testa una parrucca blu elettrico e ogni elemento, dalle luci alla composizione delle coppie, è perfetto.
Film che non consigliamo
The life and death of John F. Donovan: dalla storia editoriale travagliatissima, che conta anche l’annuncio via instagram della cancellazione delle scene con Jessica Chastain, quando è finalmente uscito è stato un fallimento. In effetti, è il film tra quelli di Dolan che ha meno da dire.
Articoli, contributi e curiosità
Ha diretto il famoso e varie volte “memizzato” videoclip di Hello, brano dei Adéle.
È protagonista dei suoi primi film, semiautobiografici.
L’interpretazione è una parte fondamentale del suo lavoro: quando dirigo interpreto, ha affermato, recitando con gli attori che ammira.
Un bell’articolo su Laurence Anyways
↪️ https://www.internazionale.it/opinione/francesco-boille/2016/06/17/laurence-anyways-recensione
Uno che racconta del perché il regista, nonostante e oltre la sua genialità, in fondo è un po’ come tutti noi
↪️ https://thebottomup.it/2017/11/01/xavier-dolan-e-tutti-noi/
E un bel “bugiardino” redatto da Rolling Stones
↪️ https://www.rollingstone.it/cinema/news-cinema/xavier-dolan-lenfant-prodige-del-cinema-che-ama-titanic/388995/#riferimento